Massimiliano a Terra su elezioni

marzo 31, 2010

Un articolo pubblicato oggi dal quotidiano ecologista Terra, con dichiarazioni di Massimiliano.

Una giornata bestiale

LAZIO. Le strade di Roma sono semideserte, l’autista dell’autobus è contento che «stanno tutti guardando i risultati» e i primi numeri scatenano la rabbia contro il Pd anche se il centrodestra era favorito dopo Marrazzo.

Cronaca di una sconfitta annunciata, o forse no. Le elezioni regionali del Lazio (e non solo) viste dall’interno, dalle sedi dei principali soggetti politici, sono ancora più amare per l’elettore medio di centrosinistra.

Si inizia poco dopo le 15 di lunedì, con exit poll che attribuiscono la vittoria a Emma Bonino e a quasi tutti i candidati di centrosinistra nelle regioni in bilico. La metà del Paese che vive come un incubo il governo Berlusconi si attacca ai computer e prova a crederci, anche se la paura è tanta, viste le esperienze passate. Si dice che il forte astensionismo (12 punti in meno rispetto al 2005) è un segnale positivo per la Bonino, ma da quando in qua l’astensione ha favorito la sinistra? Col passare dei minuti si capisce che sarà durissima, alle 17 tutte le proiezioni danno le due candidate appaiate, e tra i sostenitori della leader radicale si scatena un misto di ansia e speranza.

è vero che si partiva con il centrodestra favoritissimo, dopo l’esplosione del caso Marrazzo, ma poi la Bonino si è spesa completamente, c’è stata l’esclusione della lista del Pdl a Roma, scandali che avrebbero abbattuto qualsiasi altro governo e una crisi economica che colpisce duro. Le strade di Roma sono semideserte, l’autista dell’autobus è contento che «stanno tutti guardando i risultati» e i primi numeri negativi scatenano la rabbia contro il Pd.

La base “sente” la sconfitta e accusa il Partito democratico di essere “ambiguo”, “inadeguato”, di “non aver fatto campagna”, di “aver boicottato Vendola”. Poco prima delle 20, nella sede provinciale del Pd, sulla via Cristoforo Colombo, ci sono un paio di impiegati, la tv che trasmette vecchi filmati di Mina e un dirigente che parla al telefono. Forse gli altri sono tutti a cena.

Un’ora dopo, al comitato della Bonino, c’è più gente ma quasi tutti giornalisti; continua il testa a testa, la radicale è avanti di qualche decimo, ma le facce sono abbacchiate. La giovane candidata Cristiana Alicata guarda i risultati e se la prende con D’Alema e gli altri dirigenti, uno sfogo alla Nanni Moretti dicendo che «devono andarsene tutti a casa».

C’è Massimiliano Bottaro, ricercatore precario e candidato indipendente coi democratici, che ha sperimentato la difficoltà di convincere le persone, perché «la maggior parte rispondono che non ce la fanno proprio a votare Pd». Verso le 22, un ragazzo del Comitato annuncia che «rispetto al previsto mancano 40mila voti a Roma città».

E’ la voce della sconfitta, mentre in maniera surreale “Porta a porta” continua a dare parità, la Bonino sta arrivando per parlare coi giornalisti e pare che la Polverini stia già festeggiando a piazza del Popolo. I quadri di partito buttano acqua sul fuoco: «Non è ancora finita», e in effetti chissà come fa la candidata di destra a festeggiare. Con 800 sezioni ancora da scrutinare. Poi in tv arriva il segretario Bersani e dice che i risultati sono positivi, perché «il centrosinistra vince nella maggioranza delle regioni» e quei pochi negativi sono «colpa di Grillo».

E tutti, nella sede di Trastevere, pensano di aver visto il film sbagliato.

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